Scopri tutto sulla pizza fritta napoletana: un classico dello street food partenopeo che affonda le radici nella tradizione popolare. Storia, gusto, calorie e ricetta: un viaggio tra sapori, origini e curiosità su uno dei piatti più iconici della cucina napoletana.

Pizza fritta napoletana: storia di un mito nato tra le strade di Napoli

La pizza fritta napoletana è uno dei simboli più autentici e popolari della cucina partenopea. Nata nel cuore di Napoli, nei quartieri popolari come Forcella e la Sanità, è l’espressione massima della creatività culinaria napoletana, capace di trasformare la necessità in virtù.

Le sue origini risalgono al secondo dopoguerra, tra il 1945 e il 1950, in un periodo di grande povertà economica. In quegli anni, il forno per la pizza tradizionale a legna era spesso un lusso, ma l’olio per friggere era più economico e disponibile. Così, le donne napoletane – in particolare le “pizzaiuole” – iniziarono a preparare pizze fritte da vendere per strada, direttamente dalle loro cucine, appoggiandosi su un tavolino in strada. Il guadagno era minimo, ma permetteva di sfamare la famiglia.

Spesso veniva anche chiamata “pizza del popolo” o “pizza a otto”, perché si poteva mangiare subito e pagare otto giorni dopo. Il concetto stesso di “cibo da strada” prende vita con la pizza fritta: avvolta nella carta oleata, calda, fragrante e profumata, veniva gustata tra i vicoli della città.

Nel tempo è diventata un’istituzione culinaria, mantenendo il legame con la tradizione ma conquistando anche ristoranti e pizzerie gourmet. Oggi è protagonista in festival, fiere e menu stellati, ma non ha mai perso la sua anima popolare.

Pizza fritta napoletana

Sapore, forma e valori nutrizionali della pizza fritta napoletana

Il sapore della pizza fritta napoletana è un’esplosione di gusto che unisce il croccante dell’esterno dorato con un ripieno morbido e ricco. L’impasto è lo stesso della pizza classica – farina, acqua, lievito e sale – ma la cottura in olio caldo regala una consistenza più ricca e avvolgente. Al morso, la crosticina cede subito il passo alla farcitura calda, saporita e fondente.

Tradizionalmente ha forma semicircolare, come un calzone chiuso su se stesso. Ma esistono anche versioni tonde, mini (detti “pizzelle fritte”) o più allungate. La farcitura classica prevede ricotta, cicoli (ciccioli di maiale), pepe e mozzarella, ma le varianti si sono moltiplicate nel tempo.

Dal punto di vista nutrizionale, la pizza fritta è un alimento calorico e ricco di grassi: una porzione media (circa 250-300 grammi) apporta tra 600 e 800 kcal, a seconda degli ingredienti usati. La frittura aumenta l’apporto lipidico rispetto alla pizza classica cotta al forno. Contiene carboidrati, proteine (soprattutto da ricotta e salumi) e una discreta quantità di sodio.

Nonostante questo, è un piatto che rientra nella categoria del “comfort food”: è adatto per occasioni speciali o come pasto unico, se accompagnato da verdure o consumato in porzioni moderate. In contesti di street food o sagre, è molto comune trovarla servita in cartoccio, calda e fragrante.

La ricetta tradizionale della pizza fritta napoletana e le sue varianti

Ingredienti per 4 persone:
Per l’impasto:

  • 500 g di farina 00
  • 300 ml di acqua
  • 10 g di sale
  • 10 g di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva

Per il ripieno classico:

  • 200 g di ricotta di pecora
  • 150 g di cicoli (o pancetta)
  • 100 g di provola o mozzarella a cubetti
  • Pepe nero q.b.

Per friggere:

Olio di semi di arachide (abbondante)

Tempo di preparazione:

2 ore totali (inclusa lievitazione di almeno 1 ora e mezza)

Preparazione:

  1. Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida con lo zucchero.
  2. Aggiungere la farina poco per volta, quindi il sale e l’olio. Impastare fino ad ottenere un composto liscio.
  3. Lasciar lievitare l’impasto coperto fino al raddoppio del volume (circa 90 minuti).
  4. Dividere l’impasto in 4 palline, stenderle in dischi sottili.
  5. Farcire con ricotta, cicoli, provola e pepe. Chiudere a mezzaluna, sigillando bene i bordi con una forchetta.
  6. Friggere in olio ben caldo (170-180°C) fino a doratura. Scolare su carta assorbente e servire calda.

Varianti gustose:

Vegetariana: con scarola, olive nere e capperi

Classica “marinara”: solo pomodoro, aglio e origano

Dolce: con Nutella o ricotta e zucchero, come dessert

Gourmet: con salmone, crema di pistacchio, tartufo o provola affumicata